Isteria
I medici antichi (in testa Ippocrate) notando che le crisi isteriche erano molto più comuni tra le donne pensavano dipendessero, in vari modi anche fantasiosi, dall’utero.
Il termine ‘isteria’ deriva infatti da una parola latina che significa, appunto, “utero”.
Nel Medioevo poi si pensò che all’origine di esse vi fosse una possessione demoniaca.
Solo successivamente acquistò credito l’ipotesi scientifica di una disfunzione del sistema nervoso.
Nella popolazione generale, l’isteria colpisce da 1 su 10000 a 5 su 1000 persone a seconda della regione geografica e le donne risultano affette circa 5 volte più dei maschi. Probabilmente vi è una forte componente genetica perché assai spesso i gemelli identici la manifestano entrambi e nelle famiglie è un disturbo che ricorre.
Fattori di rischio sono il sesso femminile, condizioni socioeconomiche disagiate, scarsa cultura e abusi sessuali nell’infanzia.
Disturbo di “conversione” significa che un conflitto fisico viene convertito in disturbo fisico, quindi proiettato nel corpo.
Da notare la costante presenza di tratti istrionici di personalità e di tendenza a manifestare con enfasi i propri vissuti emotivi e caratteristica è la forte suggestionabilità dei soggetti affetti.
Di grande importanza è sapere che le crisi isteriche sono assolutamente involontarie, non sono cioè frutto di simulazione ma, all’opposto, colgono di sorpresa e sgomentano il paziente stesso.
Nelle crisi isteriche vi sono manifestazioni neurologiche che tubano, per eccesso o per difetto, qualsiasi distretto corporeo innervato: manifestazioni psichiche come delirio o allucinazioni; motorie somatiche come paralisi, incoordinazione, crisi epilettiche, tremori vari o movimenti coreiformi e catatonia; motorie viscerali come crampi o ritenzione urinaria; vasomotorie con spasmo o dilatazione dei capillari sanguigni; sensitive come varie forme di anestesia, analgesia o iperestesia; sensoriali come cecità, sordità.
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