Ansia cronica debilitante (GAD): Benzodoazepine, Antidepressivi o Lyrica?

Sempre più persone nel mondo e per ovvi motivi soffrono di ansia cronica (definita ansia generalizzata o GAD) che, se leggera, può essere una condizione sopportabile che spinge all’attività, all’impegno e alla competizione ma se è forte può portare a paralisi dell’attività e depressione. In tale secondo caso dunque urge provvedere. Ci sono in generale tre opzioni terapeutiche farmacologiche: benzodiazepine; 2) antidepressivi; 3) pregabalin (Lyrica).

  1. Le benzodiazepine (BDZ) danno sicuramente un sollievo pressochè immediato soprattutto all’ansia psichica e, dopo un paio di settimane, quindi lentamente, all’ansia somatizzata, quella che si è insinuata nel corpo provocando tachicardia, disturbi digestivi, tremore, insonnia. Il vantaggio è la rapidità d’azione e la possibilità di assumerle con successo anche al bisogno cioè quando l’ansia supera il limite. Lo svantaggio però è che provocano amnesie, rallentamento cognitivo e maggior rischio di incidenti stradali; nel disturbo d’ansia generalizzata c’è inoltre un serio pericolo di assuefazione rapida che comporta il bisogno di assumerne dosi sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto e una concreta e nota difficoltà a sospenderne l’uso. Da notare poi che tra una dose e l’altra c’è un effetto di rimbalzo dell’ansia piuttosto intenso (effetto rebound), quindi con le benzodiazepine non c’è un benessere costante ma l’effetto va ad ondate: appena assunte si è calmi, operosi e socievoli ma dopo alcune ore gira il vento e si diventa agitati, inconcludenti e irritabili. Il disturbo d’ansia generalizzato inoltre è spesso associato ad uno stato depressivo sottosoglia; le BDZ tendono ad abbassare il tono dell’umore alimentando quindi il GAD chiudendo il cerchio di un in un circolo vizioso. Concluderei quindi che le benzodiazepine sono forse più adatte per gli stati d’ansia acuti e non per i disturbo d’ansia cronici come il GAD.
  2. Gli antidepressivi hanno come vantaggio che, nell’arco di qualche settimana risolvono in modo di solito completo l’ansia generalizzata dando una visione più serena della vita. In realtà vanno un po’ al cuore del problema perché ansia generalizzata e depressione sono strettamente connessi e l’uno può sfociare nell’altro: un’ansia cronica porta a depressione e uno stato depressivo, anche leggero, provoca un calo dell’energia, una mancanza di piacere e una visione pessimistica e paurosa della vita che portano all’apprensione continua e spesso paralizzante chiamata appunto GAD o disturbo d’ansia generalizzata.
    Sugli antidepressivi però ho già a lungo parlato: sono farmaci pericolosi perché, a parte gli effetti collaterali immediati (prevalentemente sulla sessualità), danno forte dipendenza e sembra peggiorino biochimicamente la patologia che dovrebbero curare, sebbene inizialmente non ce ne si accorga perché il loro effetto copre i sintomi di peggioramento. Direi che gli antidepressivi vanno utilizzati solo ed esclusivamente per le gravi depressioni e non per ansia, ossessioni, fobie o insonnia: il prezzo da pagare per voler stare bene senza sforzo potrebbe essere una dipendenza a vita da psicofarmaci e psichiatri e, per un soggetto sano di mente ma con solo un problema d’ansia, mi sembra un prezzo troppo alto.
  3. La terza possibilità è pregabalin (Lyrica) che mi sembra sia il più adatto dei tre farmaci per alleviare il GAD. Gli studi attribuiscono a Pregabalin una consistente efficacia, non per nulla tra le indicazioni ufficiali AIFA il Gad è stato incluso tra le patologie bersaglio del Pregabalin (oltre al dolore cronico di origine neuropatica e alle crisi epilettiche).
    Pregabalin ha un meccanismo d’azione particolare, totalmente diverso da quello delle BDZ e degli antidepressivi in quanto si lega a certi canali del calcio presenti in sede presinaptica del neurone impedendo il rilascio di alcuni neurotrasmettitori eccitatori; accelera inoltre la sintesi di GABA, noto neurotrasmettitore inibitorio. Il vantaggio di pregabalin utilizzato per l’ansia cronica è che dà poca assuefazione cioè non c’è la tendenza ad aumentarne il dosaggio nel tempo, non da un’intensa ansia di rimbalzo come le BDZ tra una somministrazione e l’altra, ha spesso efficacia antidepressiva, non provoca disturbi sessuali o cognitivi, migliora la qualità del sonno incrementando la durata del sonno più riposante, quello profondo e non è difficile da sospendere come sono invece antidepressivi e BDZ.

A. Mercuri

 

2 commenti

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  1. Filippo
    Filippo dice:

    Gentili dottore, sono un uomo di 35 anni, dopo alcuni anni di trattamento con tre farmaci SSRI diversi (paroxetina 40 mg, Escitalopram 20 mg e ora Sertralina 150 mg) per trattare alcuni disturbi d’ansia (ansia generalizzata, ansia sociale e disturbo ossessivo compulsivo), inizialmente con buoni e incoraggianti risultati, nell’ultimo anno ho notato una risposta insufficiente e alcuni sintomi residui, soprattutto ansiosi, dopo una visita psichiatrica mi è stata prescritta la seguente terapia da effettuare nel corso dei prossimi mesi: abbassare gradualmente il dosaggio di sertralina da 150 mg a 100 mg, introdurre pregabalin 50 mg due volte al giorno, aripiprazolo 2,5mg, in caso di buona risposta e tolleranza fino a 5 mg; le scrivo perché sono sinceramente po’ spaventato, la terapia mi sembra un po’ articolata e, soprattutto sono preoccupato per gli effetti collaterali che ho letto di pregabalin e aripiprazolo; posso gentilmente chiederle se quest’ aggiustamento di terapia è condiviso e usato anche da lei per il trattamento dei miei disturbi e se è generalmente ben tollerato? Grazie.
    Grazie.

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