Esketamina (Spravato): un antidepressivo rapidissimo
Esketamina (Spravato) un derivato di Ketamina che può essere assunto per via nasale come spray, ha un effetto antidepressivo quasi immediato (da 30 minuti a qualche ora) ed il suo migliore utilizzo sembra essere nelle emergenze psichiatriche in cui il paziente ha una crisi depressiva tanto forte da rischiare il suicidio. Ha un meccanismo d’azione totalmente diverso dai comuni e attuali antidepressivi perché, invece che innalzare il livello di serotonina, noradrenalina e (raramente) dopamina, alza il livello del neurotrasmettitore glutammato. Interessante è non tanto l’intensità del suo effetto euforizzante ma soprattutto la velocità con cui esketamina agisce. Dall’emergenza psichiatrica si è poi cercato di estendere il suo utilizzo come antidepressivo di mantenimento ad uso prolungato ma i primi risultati non sembrano essere quelli sperati e comunque non ci sono ancora sufficienti dati clinici che ne possano verificare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine; comprensibilmente, perché Esketamina come farmaco antidepressivo, è stato approvato in America e poi in Europa soltanto nel 2019 e per dippiù non per un utilizzo su ampia scala ma solo per casi limitati di depressione resistente al trattamento convenzionale o per depressione maggiore con rischio di suicidio; inoltre, i potenziali effetti collaterali pericolosi ne limitano l’utilizzo all’ambito ospedaliero. Infatti, dopo lo spruzzo di esketamina intra-nasale, il paziente deve essere monitorato per 2 ore in quanto sono possibili e abbastanza frequenti alcuni effetti collaterali noti da tempo e cioè: aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, sonnolenza, sensazione di essere ubriachi e strane sensazioni psichiche come quella, tipica di questa droga, di vivere in una dimensione solo psichica non “sentendo” più il proprio corpo (anestesia propriocettiva e cenestesica). Inutile dire inoltre che, per molte, molte ore dopo lo spruzzo di esketamina, è vietato guidare l’automobile.
Ci sono comunque diverse cliniche italiane che si sono lanciate a proporre cicli di terapia con esketamina e, come già dicevo, il protocollo prevede che esketamina venga somministrata a pazienti selezionati affetti da depressione con rischio di suicidio oppure con depressione resistente ai comuni trattamenti; necessario è anche che esketamina venga abbinata ad un comune antidepressivo (venlafaxina, duloxetina, escitalopram, clomipramina, sertralina, fluoxetina), basta che sia di nuova prescrizione cioè non quello abituale (non efficace o non più efficace).
Al di là della rapidità d’azione, non sappiamo dunque:
- Se il miglioramento possa persistere proseguendo la cura oppure se si instauri assuefazione e perdita di efficacia.
- Se, al cessare della terapia, si possa presentare una depressione ancor peggiore di quella iniziale e se il suicidio, scongiurato inizialmente, possa essere addirittura favorito dalla sospensione della terapia, a causa del ritorno della depressione iniziale aggravata dall’astinenza dal farmaco.
- Non sappiamo se, proseguendo la terapia a lungo termine, si possano presentare danni al sistema nervoso (disturbi cognitivi) o ad altri distretti corporei.
Dunque, allo stato attuale delle conoscenze, non sembrano esserci motivi, al di là dell’emergenza psichiatrica, per proporre Esketamina come terapia antidepressiva potenziante a lungo termine o non sia meglio piuttosto adottare schemi terapeutici di potenziamento più sperimentati, spesso efficaci e di bassa tossicità come (solo per fare 1 esempio) l’abbinamento dell’antidepressivo ad un antipsicotico a basso dosaggio.
Un caro saluto,
A. Mercuri