Colite Spastica o Sindrome del Colon Irritabile
La Sindrome del Colon Irritabile (SCI) o Colite Spastica è caratterizzata da disturbi addominali (dolore, gonfiore, urgenza di evacuare frequentemente) associati a diarrea, stipsi o ad entrambe; tutto questo senza una causa gastroenterologica nota: la diagnosi pertanto è ciò che resta dopo aver accuratamente escluso altre patologie. E’ un disturbo molto frequente perché ne è affetta con gravità variabile il 20% della popolazione occidentale e soprattutto le donne che rappresentano i due terzi dei casi; l’età di insorgenza è dai 30 ai 50 anni.
La SCI può essere leggera ma può diventare una vera e propria patologia che rende scadente la qualità di vita per i dolori addominali e la diarrea ma soprattutto per le forti implicazioni psicologiche di imbarazzo e perdita di autonomia qualora provochi, ad esempio, eccessivo gonfiore addominale o bisogno di evacuare frequentemente.
La prima cosa da fare è un’indagine gastroenterologica per escludere cause note di impegno intestinale. Successivamente, fatta diagnosi di SCI per esclusione, si considera come primo gradino una vita igienica limitando caffè, alcolici, fumo, sostanze irritanti e svolgendo una regolare attività motoria. La dieta poi va regolata con l’utilizzo di fibre come quelle derivate dai semi di Psyllium e di lino che migliorano l’assorbimento dei grassi evitando la steatorrea e aumentano il volume e la lubrificazione delle feci mentre le fibre dei cereali dovrebbero essere evitate per la presenza del glutine che può essere genericamente poco tollerato anche senza una celiachia conclamata.
Importante è poi limitare l’ingestione di zuccheri semplici o complessi perché fermentano producendo gas così come il latte e derivati per la presenza di lattosio. Ancora, limitare il glutine per via di una possibile intolleranza adesso pur senza manifesta celiachia, evitare mais e certe verdure: evitare o limitare tutte quelle sostanze insomma che il soggetto individua come responsabili di un peggioramento della sintomatologia.
Va considerato che la sindrome del colon irritabile probabilmente non ha una causa unica uguale per tutti ma diverse cause che portano tutte alla stessa sintomatologia. E ancora, la sintomatologia può essere diversa da soggetto a soggetto e addirittura nello stesso soggetto si possono alternare periodi di stipsi a periodi di diarrea.
Le possibili cause di tale disturbo sono probabilmente patologie sotto-soglia che non raggiungono l’intensità di vere e proprie sindromi gastroenterologiche ma le accennano solo. Ad esempio:
1) una infiammazione lieve della mucosa intestinale con produzione di sostanze attivanti l’intestino come prostaglandine, bradichina, serotonina;
2) una leggera allergia alimentare con produzione di istamina
3) uno squilibrio recettoriale del potente sistema serotoninergico intestinale;
4) una esagerata sensibilità dell’intestino allo stress e al conseguente CRH ipotalamico;
5) una lieve celiachia
6) una lieve intolleranza al lattosio
7) una leggera infezione
E’ chiaro che poi, come per tutti i disturbi cronici, l’attenzione continuamente rivolta all’organo coinvolto contribuisce all’aggravamento del disturbo perché in qualche modo ne turba l’automatismo; l’intensità di tale attenzione dipende molto dal temperamento, dalla personalità, dal tono dell’umore, dal livello d’ansia e di ossessività di ognuno.
Quanto alle terapie farmacologiche della SCI, esse sono solo sintomatiche e mirano ad attenuare di volta in volta i sintomi più fastidiosi.
Gli agenti antispastici sono molto utilizzati e migliorano il dolore e la frequenza delle evacuazioni rilassando la muscolatura liscia intestinale. Tra questi troviamo agenti anticolinergici come il noto Buscopan (N-butilbromuro di Joscina), che blocca i recettori muscarinici periferici (non passa la barriera ematoencefalica e quindi non agisce sul cervello); il suo uso tuttavia è limitato dalla possibile insorgenza di tachicardia, disturbi dell’accomodazione visiva, aumento della pressione oculare nei soggetti affetti da glaucoma ad angolo stretto, ritenzione urinaria soprattutto in presenza di ipertrofia prostatica: questo perché anche i suddetti organi hanno recettori muscarinici.
Ancora, come antispastici efficaci e con meno effetti collaterali, ricordiamo Mebeverina (Duspatal) e Pinaverio bromuro (Dicetel), due vecchi farmaci che agiscono direttamente e selettivamente sulle cellule muscolari intestinali. Va detto che ci vuole cautela nell’usare antispastici qualora sia presente stipsi in quanto la possono peggiorare.
Troviamo poi agenti specificamente antidiarroici come la famosa Lopemide (Imodium) che è un oppiaceo sintetico senza effetti psichici perché non in grado di giungere al cervello (non passa la barriera ematoencefalica); come tutti gli oppiacei Lopemide rallenta il transito intestinale, aumenta l’assorbimento intestinale di acqua e fa aumentare il tono della muscolatura circolare degli sfinteri.
Un discorso un po’ più lungo merita la terapia con antidepressivi. I triciclici in generale (amitriptilina, clomipramina e trimipramina) sono molto efficaci nelle forme di SCI con diarrea e dolore anche in dosi molto basse probabilmente per la loro potente componente noradrenergica (che modula la percezione del dolore) unita alla potente azione antispastica e antisecretiva di tipo antimuscarinico di cui parlevamo prima a proposito di Buscopam. Tra i più nuovi, utile contro le forme dolorose e con diarrea sono la Paroxetina che condivide coi triciclici l’effetto anticolinergico (seppure molto più lieve) e la Mirtazapina che agisce bloccando i recettori intestinali 5-HT tipo 3 dell’intestino svolgendo quindi un’azione antidiarroica. Gli altri antidepressivi, quelli dotati solo di una potente azione serotoninergica, possono all’opposto peggiorare la SCI perché favoriscono la diarrea essendo la serotonina un potente stimolante per l’apparato digerente in generale.
Tutti gli antidepressivi efficaci hanno comunque azione antidepressiva, ansiolitica e anti-ossessiva per cui agiscono bene sulla componente psichica del disturbo, spesso importante fattore di aggravamento della SCI.
Ricordo infine l’importanza dei farmaci probiotici in grado di riequilibrare la flora batterica intestinale e l’azione non trascurabile delle foglie di menta piperita che hanno proprietà antispastiche e lievemente anestetiche anche se il loro uso è limitato in quanto aggravano il reflusso gastroesofageo, disturbo che spesso si associa alla Sindrome del colon irritabile.
Ho tratto parte delle informazioni dagli articoli:
Irritable Bowel Syndrome (IBS): A Review, Bahra R. HAMARASHID e altri, J. Adv. Lab. Res. Biol. (E-ISSN: 0976-7614) – Volume 11│Issue 3│July 2020
A. Mercuri
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