“Gli dei torneranno” di Carlo Sgorlon
Ho finito di leggere da poco “ Gli dei torneranno”, libro molto riuscito che lo scrittore friulano Carlo Sgorlon (1930-2009) scrisse nel 1977, a quarantasette anni, eta’ matura in cui tutti i temi dei suoi più bei romanzi sono già presenti e ben delineati: l’amore per la sua terra, il Friuli; l’amore, il rispetto e l’attrazione per l’universo femminile; il tema dell’emigrazione in gioventù e della successiva voglia di casa, la ricerca delle proprie radici in terra natia nell’età matura; il sacro valore delle tradizioni popolari, saggezza millenaria e grandiosa depositaria di tutte le regole di vita; il tema del sacro, del trascendente, del magico, finestre che sempre devono restare spalancate sulla speranza; la trama misteriosa ma percettibile che lega tra loro gli avvenimenti di una vita dando a questa una direzione non casuale, un senso che si chiama destino; la bellezza della natura che mitiga le stravaganze, le complicazioni nevrotiche e le pretese infondate dell’inquieta natura umana.
Sgorlon amava molto il proprio lavoro di professore di lettere al liceo e quella di artista scrittore ma, quando si trasferiva nella propria casa di campagna, diventava artigiano e contadino. E poi parlava sempre con misteriosa attrazione della grande Russia e dei russi che, nonostante la distanza geografica, egli sentiva stranamente vicini nell’animo a sé e alla propria gente, la gente del Friuli.
A. Mercuri
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