Globalizzazione e senso civico
Riporto qui un mio commento pubblicato su “Il Gazzettino” di oggi alla pag. XXVII e relativo alla notizia che i veneziani spesso non pagano il biglietto sui mezzi pubblici della propria città. Lo riporto perchè sono un non violento ma convinto “no global” e soprattutto perchè, tra la globalizzazione e alcuni disagi psicologici attuali, c’è uno stretto legame.
Gentile Cronista,
leggevo sul Gazzettino di ieri che il d.g. di ACTV, comunicando i dati relativi alla frequentazione delle linee di navigazione a Venezia, evidenziava come a non pagare il biglietto siano soprattutto i residenti.
Il non pagare il biglietto così come il non rispettare le regole dell’asporto rifiuti o in generale la mancanza di educazione civica, è la naturale conseguenza dell’esproprio di Venezia ai veneziani ad opera di un’industria del turismo che ci ha tolto amore e rispetto per gli spazi comuni e per le regole del vivere civile.
Ma la perdita di rispetto, amore e cura degli spazi comuni è una piaga mondiale, conseguenza della miope illusione che l’essere umano moderno possa diventare “cittadino del mondo” solo perché leggi e mezzi di trasporto glielo consentono. No: solo la vita di comunità in un limitato territorio proprio, con le proprie frontiere, tradizioni, conoscenze e frequentazioni stabili e consuete consente una vita serena e compatibile con la natura umana, che non è “apolide”. Il resto è solo frutto della demagogia dei globalizzatori e dell’ingenuità di chi li ascolta.
Angelo Mercuri
Grazie Manuela: io sono un “no global”, non violento ma convinto! Grazie per il tuo contributo.
A. Mercuri
Idem.
Un mondo unipolare, standardizzato, non ha bisogno di stati sovrani, ha bisogno di vassalli. Storicamente questo rappresenta una negazione delle identità e della diversità.
L’impressione è che oggi le decisioni vengano prese al solo fine di servire gli interessi di determinati paesi o gruppi di potere, con i politici a far da camerieri.
Grazie a te, a Giovedì
La civiltà moderna ci ha portati al lato opposto dell’antica, e non si può comprendere come due cose opposte debbano essere un tutt’uno, vale a dire civiltà tutte e due. Non si tratta di piccole differenze, si tratta di contrarietà sostanziali: o gli antichi non erano civili, o noi non lo siamo”
– G.Leopardi, Zibaldone-