Inibitori della ricaptazione dei neurotrasmettitori
Si è notato che quando vi è una maggiore disponibilità di certi neurotrasmettitori come serotonina, noradrenalina e dopamina negli spazi sinaptici (brevissime interruzioni tra un neurone e l’altro), il secondo neurone viene maggiormente stimolato portando globalmente ad un effetto antidepressivo. Vi sono tre possibilità per far si che ciò avvenga: 1) aumentare la secrezione di neurotrasmettitore (per esempio mirtazapina fa questo; 2) inibire l’enzima che lo degrada (gli antidepressivi anti-MAO fanno questo); 3) rallentare il recupero del neurotrasmettitore stesso dentro il neurone secernente, rallentando l’efficienza delle pompe di recupero che sono proteine incastrate nelle membrane cellulari del neurone e monte. Questo terzo meccanismo è quello comunemente più usato dagli attuali antidepressivi le cui molecole si legano al trasportatore stesso bloccandolo.
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