Paroxetina
E’ un farmaco appartenente alla categoria degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) commercializzato a partire dal 1992. In realtà, la paroxetina inibisce, seppure debolmente, anche la ricaptazione della noradrenalina e della dopamina, configurandosi quindi come un antidepressivo a largo spettro e quindi più efficace. Ha un profilo di applicazione simile a tutti gli altri antidepressivi, cioè depressione, disturbo d’ansia cronica, attacchi di panico, forme ossessive, anoressia nervosa, dolori cronici, sindrome premestruale, disturbi legati alla menopausa, eiaculazione precoce.
Il suo profilo di efficacia e tollerabilità è simile a quello degli altri antidepressivi prevalentemente serotoninergici, gli SSRI, ma tra tutti però è considerato il più sedativo e quello più difficile da sospendere. Rispetto ad altre molecole della stessa classe terapeutica (fluoxetina, sertralina, ecc.) a parità di dosaggio ha un effetto più potente. Come gli altri farmaci della sua classe la paroxetina è generalmente preferita agli antidepressivi triciclici per la maggiore tollerabilità e la minor presenza di effetti collaterali. Il più comune farmaco a base di Paroxetina è il Sereupin ma vi sono anche i generici e la formulazione in gocce (tipo il Deparox), utile per iniziarne gradualmente l’assunzione e sospenderlo altrettanto gradualmente.
La paroxetina è un inibitore potente del reuptake della serotonina e più debolmente della noradrenalina e della dopamina: ciò porta ad un aumento della concentrazione extracellulari di tali neurotrasmettitori. Mostra anche una non trascurabile affinità per i recettori muscarinici dell’acetilcolina e ciò contribuisce al particolare profilo degli effetti collaterali della paroxetina caratterizzato da una maggiore sedazione, secchezza della bocca, lieve aumento della frequenza cardiaca, qualche possibile disturbo della visione e, negli anziani, una maggiore difficoltà ad urinare. Non è comunque un anticolinergico potente come invece è, ad esempio, il Laroxil, quindi i suddetti effetti collaterali sono lievi e transitori.
Come per tutti gli antidepressivi, ci vogliono dalle due alle quattro settimane perchè l’effetto antidepressivo sia nettamente visibile e, anzi, nei primi giorni di assunzione aspettatevi anche di sentirvi un tantino peggio per un lieve aumento dell’ansia (come quasi tutti gli antidepressivi), aumento dell’ansia legato al transitorio incremento di liberazione del neuropeptide ipotalamico CRF (che stimola varie regioni del cervello ma in primo luogo la secrezione di cortisolo, l’ormone dello stress, dalle ghiandole surrenali).
Tale azione ansiogena dura solo la prima settimana di assunzione lasciando poi il posto all’effetto terapeutico, ansiolitico e antidepressivo. Nei primi giorni di assunzione, i disturbi più comuni sono dunque: nausea, inappetenza, stitichezza o diarrea; ansia, sonnolenza, bocca secca, sudorazione, cefalea, qualche capogiro, visione offuscata, insonnia. Non a tutte le persone si manifestano questi fastidi iniziali e comunque solitamente se ne presentano solo alcuni, non tutti insieme! Dopo le prime settimane gli effetti sù descritti solitamente cessano; i tipici disturbi della sfera sessuale invece, (calo del desiderio e difficoltà a raggiungere l’orgasmo, sia nell’uomo che nella donna), comuni a quasi tutti gli antidepressivi ma particolarmente accentuati con la Paroxetina, non iniziano da subito ma dopo qualche settimana, quando compare l’effetto antidepressivo e non si smorzano col proseguimento della cura. Da notare comunque che non tutti coloro che assumono Paroxetina hanno disturbi sessuali e anche coloro che li manifestano dovrebbero considerare che depressione, ossessività, fobia sociale, ecc., se non curate, portano a problemi nella sfera affettivo-sessuale, forse ancor maggiori.
La sospensione poi di tale farmaco, deve avvenire assai gradualmente, cioè riducendo la dose poco per volta (magari passando alle gocce) in quanto l’interruzione improvvisa causa sintomi acuti da sospensione che possono essere anche intollerabili.
Curiosità: Il dipartimento della giustizia americano nel 2012 ha multato la ditta produttrice della paroxetina, GlaxoSmithKline, con una multa di 3 miliardi di dollari per aver deliberatamente manipolato i risultati degli studi volti a dimostrarne efficacia e sicurezza, specie nei soggetti giovani. Ciò ha portato tra l’altro, al ritiro del cosiddetto “studio 329” (finanziato proprio dalla ditta produttrice e incriminato di essere stato manipolato) ad alla pubblicazioni di alcuni documenti interni della GSK in cui si affermava tra l’altro che “It would be commercially unacceptable to include a statement that efficacy [in children] had not been demonstrated, as this would undermine the profile of paroxetine”.
Se volete consultare la scheda tecnica ufficiale di Paroxetina, redatta dall’Aifa, ente governativo che in Italia si occupa di farmacovigilanza, cliccate sul seguente link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_002812_038932_RCP.pdf&sys=m0b1l3
Buona lettura,
A. Mercuri