Psicofarmaci

Psicoplastogeni e Depressione

Il termine psicoplastogeni è stato coniato di recente per designare sostanze in grado di rimodellare la psiche. In modo permanente? Questo non lo sappiamo ma si presume, a buon senso, di no. Cioè probabilmente tali sostanze esercitano il loro effetto plastico sul cervello fin che le assumi ma una volta sospese, lentamente, la propria genetica e il proprio ambiente tornano a prendere il sopravvento.

Quali sono dunque tali sostanze e che effetto danno? Sono stranamente delle droghe, almeno finora considerate e usate come tali, alcune naturali (funghi allucinogeni) altre di sintesi: Ketamina ed Esketamina, LSD, Psilocibina, Mescalina, DMT (Dimetiltriptamina), MDMA (Ecstasy) tutte dotate di alcune caratteristiche: sono piccole molecole; provocano psicosi con allucinazioni; hanno effetto antidepressivo e ansiolitico pressochè immediato; l’effetto di una sola somministrazione su umore e ansia dura da una settimana (Ketamina) ad un mese (Psilocibina) e questo consente un uso saltuario gravato quindi da meno effetti tossici; non sembra disturbino la sessualità.

E’ solo da qualche anno che gli scienziati hanno cominciato ad interessarsene nel tentativo di trovare una alternativa alle tradizionali terapie antidepressive che sfruttano la ricaptazione di serotonina e noradrenalina; le attuali terapie infatti hanno alcuni punti deboli: ci impiegano diverse settimane a funzionare; in un 30% di depressioni gravi non funzionano; all’inizio della terapia e per 7-15 giorni possono  aumentare l’ansia, l’insonnia e generare disturbi digestivi; spessissimo provocano disturbi sessuali in entrambe i sessi e in qualche caso sembra che tali disturbi regrediscano assai lentamente al cessare della terapia; danno forte dipendenza per cui se presi a lungo e con successo risulta poi molto difficile interromperne l’uso; in ogni caso funzionano al massimo per qualche anno poi anche aumentandone la dose l’effetto iniziale non si ripristina.

Gli psicoplastogeni, con meccanismi d’azione differenti, convergono comunque tutti sulla capacità di attivare la produzione e la secrezione di neurotrofine ed in particolare di BDNF, il principale “concime” dei neuroni che ne facilita la replicazione (ove possibile tipo nell’ippocampo) o almeno li nutre favorendo la formazione di nuove sinapsi (neuroplasicità). E questo rinfoltimento delle sinapsi avviene prevalentemente nella regione maggiormante implicata nella genesi e mantenimento dei disturbi mentali: la corteccia prefrontale.

Gli sforzi degli scienziati, come si intuisce, sono attualmente concentrati sulla sintesi di psicoplastogeni che abbiano effetto terapeutico antidepressivo e ansiolitico ma non allucinogeno. Sembra infatti che tali piccole molecole, per esercitare il loro effetto duraturo su umore e ansia, non abbiano bisogno di provocare psicosi con esperienze mistiche e allucinazioni.

Il prototipo di psicoplastogeno è la Ketamina che soprattutto nella formulazione spray nasale esketamina, sta dando promettenti risultati nella depressione anche se rimangono aperti alcuni interrogativi dovuti alla poca esperienza clinica.

A. Mercuri

Antidepressivi serotoninergici (SSRI) e disfunzione sessuale persistente

Aggiornato al 29 /11/24

La disfunzione sessuale post-SSRI (Post-SSRI Sexual Dysfunction, PSSD) è una patologia causata dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina SSRI ed è caratterizzata da disfunzioni sessuali ed emotive che solitamente insorgono già durante l’assunzione del farmaco (vedi il mio articolo “Sessualità e antidepressivi“) e persistono per un tempo indefinito dopo la sospensione. Può, più raramente, comparire solo alla sospensione del trattamento.
Al di là del nome, la patologia non consiste solo in un insieme di sintomi che colpiscono la sfera sessuale ma è solitamente caratterizzata da una più ampia difficoltà a provare piacere ed emozioni in genere, di cui i disturbi sulla sessualità sono solo i riflessi più evidenti.
I sintomi più comuni, che possono essere presenti contemporaneamente o singolarmente, sono:

  • Assenza o riduzione della libido cioè dell’attrazione sessuale, delle fantasie e dei sogni a sfondo sessuale.
  • Perdita o diminuzione della risposta fisica agli stimoli sessuali.
  • Anestesia tattile e termica delle aree genitali (pene, vagina e talvolta anche capezzoli).
  • Disfunzione erettile negli uomini, diminuita congestione e lubrificazione genitale nelle donne.
  • Incapacità o difficoltà a raggiungere l’orgasmo (anorgasmia) o eiaculazione precoce, sindrome da eccitazione sessuale persistente nelle donne (PGAD), una condizione in cui l’eccitamento sessuale è come irritativo ma non è accompagnato da desiderio sessuale.
  • Anedonia orgasmica: può permanere la sensazione dell’orgasmo associata alle contrazioni muscolari ma senza provare piacere.
  • Ottundimento emotivo ed anedonia: può essere diminuita la capacità di provare emozioni (sia positive che negative, può risultare ad esempio difficile piangere o provare “sensazioni forti”), sensazioni edoniche in genere e di legame emotivo, può venire meno il desiderio di intimità di coppia; possono essere presenti apatia, mancanza di motivazione e di stimolo di fare, diminuita la capacità creativa. Musica, hobby o attività prima coinvolgenti possono non risultare più particolarmente attraenti o gratificanti;
  • Riduzione della viscosità e del volume dello sperma;

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Ansia cronica debilitante (GAD): Benzodoazepine, Antidepressivi o Lyrica?

Sempre più persone nel mondo e per ovvi motivi soffrono di ansia cronica (definita ansia generalizzata o GAD) che, se leggera, può essere una condizione sopportabile che spinge all’attività, all’impegno e alla competizione ma se è forte può portare a paralisi dell’attività e depressione. In tale secondo caso dunque urge provvedere. Ci sono in generale tre opzioni terapeutiche farmacologiche: benzodiazepine; 2) antidepressivi; 3) pregabalin (Lyrica). Continua a leggere

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