psicoterapia nella schizofrenia
Articolo tratto dal quotidiano on line doctor 33 del 10 febbraio 2014
Terapia cognitiva nella schizofrenia: valida alternativa ad antipsicotici
Per chi soffre di schizofrenia e non può o non vuole assumere farmaci antipsicotici, la terapia cognitiva potrebbe essere una valida alternativa, secondo uno studio pubblicato su The Lancet. «I farmaci antipsicotici sono il cardine del trattamento, ma quasi metà dei pazienti scelgono di non prenderli per gli effetti collaterali, tra cui aumento di peso, comparsa di disturbi metabolici e aumento del rischio di morte cardiaca improvvisa. Altri motivi sono la scarsa percezione di efficacia o l’altrettanto scarsa convinzione di avere bisogno di farmaci» spiega Anthony Morrison, ricercatore all’Università di Manchester nel Regno Unito e coautore dell’articolo, precisando che finora non c’erano alternative scientificamente validate al trattamento farmacologico. Un esempio è la terapia cognitiva: si è dimostrata utile in combinazione con farmaci antipsicotici, ma la sua fattibilità ed efficacia in chi non assume farmaci era sconosciuta. A chiarire l’argomento ci hanno pensato i ricercatori britannici, valutandone la capacità di ridurre i sintomi psichiatrici in 74 soggetti tra 16-65 anni con disturbi schizofrenici che avevano rifiutato o sospeso gli antipsicotici. «Il trattamento ha coinvolto un terapista che in collaborazione col paziente riesaminava le esperienze psicotiche mirando a modificare pensieri e comportamenti che non erano di aiuto» riprende Morrison. Metà dei partecipanti sono stati assegnati in modo casuale alla terapia cognitiva, 26 sessioni in oltre 9 mesi, più il consueto trattamento medico, l’altra metà solo al trattamento medico standard. I sintomi sono stati valutati a intervalli regolari con la Positive and Negative Syndrome Scale (Panss): più basso era il punteggio, migliore la funzione. Al termine dello studio, durato 18 mesi, il punteggio Panss è migliorato di almeno la metà nel 41% dei partecipanti in terapia cognitiva contro il 18% osservato nel gruppo di controllo. E in un editoriale di commento, Oliver Howes dell’Institute of Psychiatrydi Londra commenta: «Lo studio fornisce la prova scientifica che la terapia cognitiva è un’alternativa al trattamento antipsicotico. Il dato ha bisogno di ulteriori conferme, e se ciò avverrà sarà necessario confrontare direttamente le due terapie. Se favorevoli, i risultati del confronto sarebbero una svolta nel trattamento della schizofrenia, fornendo ai pazienti per la prima volta una valida alternativa agli antipsicotici».
Articolo originale tratto dalla rivista ” The Lancet”
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