Tecnocrazia
Leggevo sui quotidiani qualche giorno addietro la notizia relativa alla riuscita ibridazione del DNA con molecole ad esso estranee e facevo una riflessione:
una volta esisteva l’evoluzione biologica darwiniana che postulava un adeguamento sempre migliore dei viventi all’ambiente attraverso la selezione naturale degli individui più adatti;
poi l’uomo con la sua intelligenza-cultura sempre più sviluppate ha cominciato ad adattare l’ambiente a se;
ora ha cominciato a mettere le mani direttamente sul DNA, il patrimonio genetico degli esseri viventi, modificandolo.
Anche la selezione naturale lo modifica ma molto lentamente e prudentemente e ha come risultato la creazione di un equilibrio tra i viventi. Ma il risultato delle modifiche umane al DNA chi può dire quali saranno? L’uomo non ha certo la finalità di adattarsi sempre più all’ambiente ma quella di una cieca lotta intraspecifica (cioè tra uomo e uomo).
L’uomo moderno fa coincidere il “progresso” dell’umanità col progredire della cultura scientifica e delle conseguenti ricadute tecnologiche dimenticando che c’è un progresso umanistico immane ancora da conquistare: io sarei più felice di svegliarmi una mattina e sapere che una briciola dei soldi spesi per violentare il DNA sono stati destinati ai paesi poveri, in guerra, per rilanciare artigianato e agricoltura, per riforestare il pianeta, salvaguardare piante e animali o dare un destino più felice agli anziani.
A. Mercuri
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