Sessuologia

Amantadina per i disturbi sessuali da antidepressivi

Uno dei più fastidiosi e debilitanti effetti collaterali dell’uso di antidepressivi serotoninergici è la compromissione dell’attività sessuale sia nell’uomo che nella donna, effetto assai comune che riguarda, seppur con intensità variabile, la maggior parte dei pazienti e il più delle volte insorge già nei primi giorni di cura persistendo poi per tutta la durata del trattamento (anche se vi sono casi fortunati in cui si attenua e scompare col tempo).

La sessualità si compone di tre fasi: 1) desiderio, 2) eccitamento genitale e 3) orgasmo

  1. Desiderio: per il desiderio sessuale molto importante è la corteccia cerebrale limbica, tenuta accesa dai lunghi prolungamenti assonici dei neuroni meso-limbici dopaminergici (lunghi neuroni che hanno il corpo cellulare nel tronco encefalico e allungano i loro prolungamenti dendritici fino alla corteccia limbica). La dopamina dunque accende e mantiene la libido mentre la serotonina, attivando i propri recettori 5HT-R2, abbassa il tono dopaminergico della corteccia limbica spegnendo la libido.
  2. Eccitamento ed erezione: il tono della corteccia limbica è importante sia per il desiderio che per l’eccitamento sessuale (erezione nel maschio, inturgidimento del clitoride e lubrificazione vaginale nella donna) quindi l’azione inibitoria della serotonina su tale regione cerebrale comprometterà anche l’eccitamento; la serotonina inoltre esercita un’azione inibitoria sui rilessi sensitivo-motorii viscerali spinali preposti alla vasodilatazione nel pene e nel clitoride. L’eccesso di serotonina poi, a livello d’organo, rallenta il rilascio del vasodilatatore ossido nitrico, fondamentale per l’inturgidimento dei tessuti erettili (azione esattamente opposta a quella di Viagra e simili)
  3. Orgasmo ed eiaculazione: la serotonina in eccesso può provocare anorgasmia in entrambe i sessi attraverso: 1) Iper-stimolazione dei propri recettori 5HT-R2 e conseguente inibizione, a vari livelli del sistema nervoso, della trasmissione dopaminergica e noradrenergica; 2) Alterazione dei riflessi spinali autonomici simpatici e parasimpatici che alternandosi con esatto tempismo regolano finemente orgasmo ed eiaculazione.

Vedi anche:

Sembra dunque che sia principalmente l’eccesso di serotonina indotto dagli antidepressivi a provocare un calo di attività dopaminergica in certe regioni del sistema nervoso, responsabile poi di tutti i disturbi sessuali provocati da tali farmaci. I farmaci ad azione dopaminergica possono quindi ripristinare il perduto equilibrio tra serotonina e dopamina alterato dall’eccesso di serotonina; questo senza nulla togliere all’efficacia antidepressiva della cura di base anzi, potenziandola con un aumento di iniziativa, motivazione e senso del piacere che solo la dopamina può dare.

A questo proposito va notato che i comuni antidepressivi potenziano i circuiti serotoninergici (SSRI) o tutt’al più serotoninergici e noradrenergici (SNRI) ma purtroppo non potenziano i circuiti dopaminergici che sono fondamentali per il senso del piacere anzi, tendono a smorzarli; forse è per questo che non sempre gli antidepressivi funzionano, soprattutto nelle persone ormai abituate all’assunzione di tali molecole: in tali casi, l’aggiunta di un farmaco dopaminergico non solo migliora la sessualità ma può innescare o potenziare un’azione antidepressiva assente o insufficiente.

Tra i dopaminergici in uso e con pochi e blandi effetti collaterali vi è l’amantadina (Mantadan), utilizzata inizialmente come farmaco antivirale e poi come farmaco antiparkinsoniano (il morbo di Parkinson è caratterizzato da un calo di tono dopaminergico in certe regioni del cervello). Più recentemente l’amantadina è stata apprezzata come adiuvante nella terapia antidepressiva qualora i comuni antidepressivi da soli non funzionino.

Certamente l’eventuale aggiunta di Amantadina sia come potenziatore di una terapia antidepressiva insufficiente sia come correttore dei disturbi sessuali va ponderata da un medico che conosca bene tale molecola perché vi sono alcune condizioni o patologie incompatibili col suo utilizzo. 

Bibliografia:

Ibrahim A. Abdel-Hamid et a. (2016) The drug treatment of delayed ejaculation

A. Mercuri

Pornografia online: una rovina per la sessualità reale

Gentili lettori, ho personalmente constatato che un gran numero di giovani maschi al di sotto dei 40 anni riferisce problemi sessuali (poco desiderio, poco piacere, scarsa eccitazione, impotenza) pur non avendo motivazioni organiche che li giustifichino; negli anni precedenti la sessualità era normale, poi hanno gradualmente perso interesse per il sesso o sono sopraggiunti problemi di erezione. Sono stati dall’andrologo il quale ha escluso problemi ormonali, circolatori, anatomici, concludendo che i problema è di origine esclusivamente psicologica (o psicogena); se poi il paziente assume psicofarmaci, allora solitamente la responsabilità viene attribuita in buona parte ad essi, soprattutto agli antidepressivi.

Certamente ansia cronica, stress, depressione, ossessioni sono condizioni “psicologiche” che possono rendere il sesso meno gradevole perché la sessualità è una funzione delicata che viene correttamente espletata solo se l’individuo (maschio o femmina) è in buona salute psicofisica: per la Natura infatti dietro ad ogni atto sessuale c’è una potenziale gravidanza quindi Essa tende ad impedire che soggetti momentaneamente non in grado di accudire la prole, procreino. Ancora, è cosa nota che chi assume psicofarmaci, soprattutto antidepressivi con forte componente serotoninergica, può frequentemente andare incontro a scarso desiderio sessuale, difficoltà di erezione e di orgasmo.

Tuttavia, i disturbi sessuali sono presenti oggi in una percentuale incredibilmente alta tra i giovani maschi, addirittura tra gli adolescenti e anche in chi non assume psicofarmaci e non ha particolari disturbi mentali.

Cosa sta dunque succedendo ai giovani e giovanissimi maschi europei ed americani?

Uno studio del 2002 trovò che nei maschi europei sotto i 40 anni la percentuale di disfunzione erettile era appena del 2% circa mentre nel 2011, la percentuale media salì al 22% nei giovani maschi europei tra i 18 e i 40 anni! E la percentuale ha continuato a salire negli anni successivi: una ricerca svizzera nel 2012 trovò un 30% di disfunzione erettile tra i 18 e i 24 anni; uno studio canadese del 2014 trovò negli adolescenti maschi tra i 16 e i 21 anni una percentuale di disfunzione erettile del 26%, basso desiderio sessuale 24% e problemi con l’orgasmo del 11% ; dopo appena 2 anni, nel 2016, lo stesso studio trovò il 47,9% di bassa soddisfazione sessuale, 46,2% basso desiderio  e 45,3% di disfunzione erettile!

Sembra che la causa principale di una tale rovina della vita sessuale tra i giovani maschi non affetti da patologie psichiatriche e che non assumono psicofarmaci sia la visione frequente di pornografia online. L’impennata dei casi di disfunzione sessuale si è infatti avuta nei maschi al di sotto dei 40 anni a partire dal 2006, anno di inizio della diffusione su larga scala della pornografia online come oggi la conosciamo.

Nessuno sa dire con esattezza quale è il limite oltre il quale la pornografia rovina la sessualità reale tra uomo e donna ma nel 2015 uno studio statunitense  trovò che la percentuale di studenti con scarso desiderio sessuale era pari allo 0% in chi non guardava filmetti porno mentre raggiungeva il 6% in chi li guardava per meno di 1 volta a settimana e andava al 16% in chi guardava pornografia online più di 1 volta a settimana.  

La visione dei film pornografici infatti è fortemente stimolante sessualmente perché non vi è ansia da prestazione, perché si può vedere ciò che più si desidera in quel momento, perché vi è curiosità rispetto a nuove possibili scene più eccitanti del solito; per alcuni utilizzatori eccessivi di pornografia il sesso reale dunque diventerebbe scialbo e poco stimolante.

Molti giovani che si rivolgono all’andrologo per impotenza, scarso desiderio sessuale o difficoltà nel raggiungere l’orgasmo riferiscono infatti che questo succede solo nella vita reale mentre la masturbazione associata alla visione di pornografia, continua a funzionare. Studi di neuro-immagine funzionale (f-RMN) hanno evidenziato che il cervello di un fruitore patologico di pornografia ha molte analogie con quello dei chi usa cocaina o amfetamine: si accende veramente solo durante la visione delle scene preferite mentre resta spento nel sesso reale.

La buona notizia in questo desolato panorama è che sospendendo per alcuni mesi la visione di pornografia online l’interesse per la sessualità reale sembra ripristinarsi.

Buona parte dei dati riportati in questo articolo li ho tratti da:

“Is Internet Pornography Causing Sexual dysfunctions? A Review with Clinical Reports”
Autori: Brian Y. Park e altri (2016). Consiglio a tutti di leggerlo!

A. Mercuri

Rosa Damascena come afrodisiaco e antidepressivo

(Aggiornamento del 22 gennaio 2023)

Rosa Damascena è un tipo di rosa che cresce soprattutto in Iran, Turchia e Bulgaria e, oltre che per aspetti medici, viene usata nella profumeria, nella cosmesi e nella industria alimentare.
Si pensa che la distillazione dell’olio sia cominciata in Persia nel settimo secolo dopo cristo e si sia diffusa nelle province dell’Impero ottomano nel 14° secolo. L’Iran fu il principale produttore ed esportatore di olio di rosa fino al 16° secolo. L’estratto di olio di Damascena ha numerose proprietà mediche benefiche: migliora la funzione sessuale, ha effetto antidepressivo, ha attività antimicrobica, protegge i neuroni contro la tossicità della Beta amiloide (la componente piu tossica della malattia di Alzhaimer). Non sono noti con precisione i principi attivi responsabili degli effetti medici di Rosa Damascena ma si sa che l’olio è composto di un gran numero di sostanze organiche volatili che includono vari terpeni come citronella, acido eicosenoico, disilossano, quercetina e kaempferolo.
Gli studi recenti sembrano confermare le proprietà mediche di Rosa Damascena già individuate dagli antichi.
Per quanto riguarda il suo effetto afrodisiaco, ci sono due importanti studi che hanno stabilito la sua efficacia nel mitigare i disturbi sessuali legati all’utilizzo degli antidepressivi serotoninergici, sia nei maschi che nelle femmine. (Vedi anche: Sessualità e antidepressivi e Sessualità femminile e antidepressivi)

Al dosaggio 17 mg/die di citronellolo di olio essenziale di R. Damascena (ma sui dosaggi fatevi consigliare dal farmacista perchè ogni preparato può avere concentrazioni differenti) questo fitoterapico inizia a funzionare dopo 4 settimane e il suo effetto aumenta nel tempo.
Come è noto, nei maschi, gli antidepressivi danno soprattutto problemi di eiaculazione ritardata o assente (meno comunemente, problemi erettivi e mancanza di desiderio) per eccessiva stimolazione dei recettori cerebrali serotoninergici post sinaptici 5HT-2 e 5HT-3 mentre i problemi erettivi sono legati alla diminuita produzione di ossido nitrico (effetto opposto al Viagra e simili)
In entrambe i sessi poi l’eccesso di serotonina agisce negativamente su desiderio ed orgasmo a causa di:
1) eccessiva stimolazione delle aree cerebrali cortico-limbiche
2) diminuita liberazione di noradrenalina e dopamina dalla sostanza nera del mesencefalo.

Vi sono in Rosa Damascena alcuni componenti in grado di contrastare i suddetti effetti collaterali legati all’eccesso di serotonina con accorciamento dei tempi di ejaculazione, correzione di eventuali disturbi erettivi e maggiore intensità dell’orgasmo nei maschi; nelle femmine, aumento del desiderio, maggiore soddisfazione generale e maggiore intensità dell’orgasmo.
Per concludere, è nota da secoli anche l’azione antidepressiva, modesta ma reale, di Rosa Damascena.

(Vedi anche: “Maca (ginseng del perù), un afrodisiaco naturale per le donne” eZafferano: un composto fitoterapico che migliora la sessualità”)

A. Mercuri

Maca (Ginseng del Perù), un afrodisiaco naturale per le donne

Quella che comunemente viene denominata Maca, è un estratto di radice della pianta Lepidum menyenii conoscouta anche col nome di ginseng del Perù; è una pianta biennale con valore medicinale e nutritivo appartenente alla famiglia delle Brassicaceae ed è nativa del sudamerica, delle alte Ande peruviane. E’ stata scoperta dagli europei nel tardo 1980 sull’Altipiano Meseta de Bombón vicino ala lago Junin anche se le popolazioni del luogo la conoscono e la usano da millenni per la sua capacità di aumentare la fertilità negli animali e negli esseri umani (uominie donne) attraverso un’aumento  del desiderio sessuale e dell’intensità dell’orgasmo. Negli uomini e negli animali maschi si è notato inoltre un aumento di numero e motilità degli spermatozioi. Tutte le suddette azioni hanno fatto ipotizzare un’azione androgenica di Maca o diretta (sostanze simili al testosterone presenti nelle pianta) oppure indiretta.

Parlando dell’azione esercitata da Maca sulla sessualità delle donne, questa è relativa soprattutto all’appetito sessuale e all’intensità dell’orgasmo, entrambe funzioni fortemente dipendenti dai livelli di testosterone sia nell’uomo che nella donna.

Maca inoltre, nelle donne appena entrate in menopausa, sembra svolgere un’azione positiva alleviando i noti disturbi legati a questa fase di passaggio. Da notare che Maca, insieme a pochi altri rimedi fitoterapici tra cui l’estratto di Zafferano e l’olio di Rosa Damascena, costituisce un buon aiuto per contrastare gli inevitabili disturbi della sessualità legati all’uso di antidepressivi serotoninergici nelle donne (per questo problema vedi: “Sessualità femminile e antidepressivi”)

A. Mercuri

Zafferano: un composto fitoterapico che migliora la sessualità

Lo Zafferano (Crocus sativus) ha mostrato di avere effetti afrodisiaci sull’uomo, sulla donna e sugli animali.

Per quanto riguarda le donne, è stato condotto nel 2013 un’importante studio arruolando un certo numero di donne che assumevano Fluoxetina ad alto dosaggio (40 mg al giorno) per depressione maggiore e che riportavano diversi disturbi sessuali a causa del farmaco.

Dopo la somministrazione di 15 mg due volte al giorno di estratto di zafferano  per 4 settimane (quantità di Crocina di 1,65-1,75 mg di per capsula), il risultato è stato molto positivo soprattutto per quanto riguarda il miglioramento dell’eccitamento, della lubrificazione e dell’eventuale dolore vaginale associato alla penetrazione (Dispareunia). Non ha invece aumentato il desiderio né la presenza o la qualità dell’orgasmo. (Per valutare gli effetti del prodotto sulla sessualità delle donne arruolate nello studio, è’ stato utilizzato il famoso questionario FSFI (Female Sexual Function Index) che consiste di 19 domande relative ai domini : desiderio, eccitamento, lubrificazione, orgasmo, soddisfazione e dolore).

I due principali principi attivi di Zafferano sono la Crucina e il Safranale, il primo dei quali sembra responsabile dei benefici sulla sessualità anche se non se ne conosce il meccanismo d’azione preciso.

Lo zafferano possiede inoltre proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti, neuroprotettive e antiepilettiche, proprietà che nel loro insieme potrebbero contribuire all’effetto afrodisiaco. Una curiosità che toglie ulteriormente dubbi sulla possibilità di un effetto suggestione è che anche nei ratti, lo zafferano ha dimostrato di avere effetti afrodisiaci importanti. Sembra inoltre che Zafferano sia esente da effetti collaterali di rilievo se assunto alle dosi raccomandate.

Degno di nota è poi l’effetto positivo sul dolore in generale e vaginale in particolare dello zafferano, forse legato alla sua capacità di stimolare la produzione di oppioidi e neuropeptidi; la sua azione sul sistema degli oppioidi è stata dimostrata sui gatti dove l’antidoto contro gli oppiacei Naloxone è stato in grado di bloccare l’azione antidolorifica dello zafferano. Sono state anche dimostrate azioni utili di zafferano sulla dismenorrea, sulla demenza e sulla depressione.

A. Mercuri

Sessualità femminile e antidepressivi

Aggiornato il 12 ottobre 2022

La sessualità è una funzione umana estremamente delicata e, soprattutto nella donna, risente negativamente di un organismo che non funziona in modo ottimale: questo perché, sebbene noi umani ci dedichiamo al sesso prevalentemente per il piacere che dà, per la Natura dietro ad ogni rapporto sessuale segue potenzialmente la procreazione: è chiaro quindi che, dato il noto impegno mentale e fisico che un bambino comporta, la Natura fa si che che chi non ha sufficiente salute generale per seguire adeguatamente una futura eventuale prole, eviti momentaneamente di procreare.

Questo vale sia per l’uomo (deve provvedere al sostentamento materiale della donna e del piccolo figlio per un certo periodo) che, molto di più, per la donna (deve affrontare una lunga gravidanza e poi seguire il figlio neonato con la nota fatica che questo comporta).

Per quanto riguarda la donna, va aggiunto che: 1) il suo ruolo nella gestazione e nell’accudimento della prole è, rispetto a quello del maschio, insostituibile 2) la gravidanza di per sé impegna fortemente il fisico della donna e, soprattutto per ragioni ormonali, tende a provocare un abbassamento del tono dell’umore.
Parlando quindi di depressione in relazione alla delicatissima sessualità femminile, dobbiamo capire che, se una donna è depressa o anche semplicemente “avvilita”, il suo desiderio di sesso momentaneamente si affievolisce (fino a spegnersi nelle depressioni gravi) per le profonde ragioni prudenziali che la Natura impone.
Sappiamo poi che anche gli antidepressivi (e prevalentemente quelli serotoninergici puri) hanno un impatto negativo sulla sessualità (sia nel maschio che nella femmina), principalmente per la loro caratteristica di innalzare il livello di serotonina e di creare uno squilibrio biochimico sia a livello cerebrale (attenuazione del desiderio e scarsa soddisfazione) che a livello d’organo (inibizione dell’eccitamento e disturbi dell’orgasmo); se una donna anche non depressa quindi assume un antidepressivo, la sua sessualità ne risulta compromessa per banali ragioni di serotonina.

Vedi anche (Sessualità e antidepressivi)

Se invece l’antidepressivo lo assume con successo una donna con una vera depressione e la libido spenta, può capitare che la sua voglia di sesso riprenda quota, nonostante il farmaco di per sè, dovrebbe ulteriormente compromettere la sua sessualità; evidentemente, l’aumento di libido legata alla risalita dell’umore è tale da sopravanzare gli effetti inibitori del farmaco e il risultato netto per la suddetta donna è questo: l’antidepressivo le ha migliorato la sessualità.   

(Leggi ancheLe fantasie sessuali femminili e maschili” ,  Immaginario sessuale femminile” e Donne sopra)

Riassumendo, gli antidepressivi inibiscono la sessualita’ quando vengono assunti per depressioni lievi o medie oppure per condizioni quali ansia, insonnia, fobie, forme ossessive, disturbi di panico; tutte condizioni le suddette, che non interferiscono particolarmente con la vita sessuale: allora sì che una persona si accorge dei disturbi da eccesso di serotonina che il nuovo farmaco comporta, perché prima funzionava normalmente o quasi mentre certamente ora che assume il farmaco la sua soddisfazione sessuale cala visibilmente.

Nella depressione maggiore invece, la libido va praticamente a zero nel contesto di una generale incapacità di provare piacere ed ecco allora che, in modo apparentemente paradossale, l’antidepressivo efficace  migliora la libido.

(Vedi anche: “Orgasmo femminile, curosità storiche“)

Gli antidepressivi dovrebbero essere usati solo ed esclusivamente per le depressioni molto gravi dove allora danno solo vantaggi ma oggi purtroppo vengono il più delle volte utilizzati impropriamente anche per depressioni situazionali lievi o medie, o per le su citate condizioni quali ansia, insonnia, ossessività, fobie, condizioni nelle quali gli antidepressivi possono dare anche un sollievo iniziale, spesso seguito però da dipendenza e altri problemi aggiuntivi che prima della cura non c’erano.

Fatta questa lunga premessa, cosa può fare una donna che assume antidepressivi e nota un calo di interesse per il sesso?
In generale, le fasi della sessualità che nelle donne sono più compromesse dagli antidepressivi sono il desiderio (dimensione psichica), e l’eccitabilità (dimensione fisica), mentre l’orgasmo non ne risulta molto compromesso.

Innanzitutto, se l’antidepressivo non è molto efficace, si può provare a cambiarlo dando la preferenza alle molecole che abbiano non solo una componente serotoninergica ma anche noradrenergica (duloxetina, clomipramina, amitriptilina, nortriptilina, ecc); questo perché nella donna, desiderio ed eccitamento dipendono molto dall’attivazione noradrenergica. Anche nella scelta iniziale di una molecola antidepressiva, andrebbe tenuto presente che i serotoninergici puri tipo citalopram, escitalopram, venlafaxina  a basso dosaggio, sertralina, paroxetina oltre a dare assuefazione più rapidamente, danno maggiori problemi sessuali e di appiattimento emotivo.
Altre possibilità farmacologiche, non volendo cambiare molecola antidepressiva, è di affiancarvi Trittico a rilascio prolungato la sera, ad un dosaggio fino a circa 100 mg e non oltre (vedi: Increased libido in women receiving trazodone) oppure Aripiprazolo a dosaggio molto basso (dai 3 ai 5 mg) che avendo un buon effetto dopaminergico stimola la sessualità femminile nelle dimensioni della libido e della soddisfazione generale (vedi: Effects of Adjunctive Aripiprazole on Sexual Functioning….)

Ancora, altre strategie sono:

  • Una ginnastica impegnativa (ma non troppo) sul piano muscolare e cardiovascolare che duri almeno 30 minuti e possibilmente poco prima del rapporto: da notare che la ginnastica è un potente stimolante adrenergico naturale, proprio ciò di cui prima parlavamo: il calo di tono adrenergico è particolarmente evidente nelle depressioni apatiche o nel caso di utilizzo di serotoninergici puri e comporta, oltre che un basso tono dell’umore, anche un calo di desiderio e di eccitamento sessuali
  • Svolgere attività sessuale alla maggior distanza possibile dall’ultima somministrazione di antidepressivo (di solito è al mattino, prima di prendere il farmaco)
  • Dedicarsi all’attività sessuale almeno tre volte a settimana; si crea così un circolo virtuoso di miglioramento della soddisfazione sessuale per aumento del desiderio e della libido
  • Agopuntura da eseguire secondo protocolli convalidati per questo scopo
  • Fitoterapia:
    Zafferano (Crocus sativus), 30 mg al giorno: non è una droga ad effetto immediato ma un principio attivo           fitoterapico che richiede circa 4 settimane per agire positivamente sulla sessualità femminile
    Radice di Maca (Lepidium meyenii) 3.0 g al giorno per almeno 4 settimane.
    Olio di Rosa Damascena
  • Gli antidepressivi serotoninergici puri possono dare una diminuita sensibilità genitale che può causare ovvie conseguenze sul piano della soddisfazione sessuale femminile; in questo andrà particolarmente curata la fase preliminare alla penetrazione
  • Attenzione alla pillola anticoncezionale che potrebbe dare già di per sé calo del desiderio sessuale e ancor di più quando associata agli antidepressivi, soprattutto in alcune donne geneticamente predisposte.

Un caro saluto,

A. Mercuri

Orgasmo femminile, curiosità storiche

Alcune ricerche sembrano dimostrare che l’orgasmo femminile, attraverso la contrazione di utero e vagina, faciliti il concepimento creando un ‘risucchio’ verso l’alto del liquido spermatico appena depositato. Tuttavia non vi è certezza riguardo a questo dato biologico.
E’ interessante notare come nei secoli passati, nonostante alcune ingenuità scientifiche (tipo la credenza che anche la donna emettesse il proprio seme all’esterno), l’intuizione avesse tuttavia portato gli eruditi rinascimentali a dare una certa importanza biologica all’orgasmo femminile.

Così scrive Sara F. Matthews Grieco nel capitolo “Corpo, aspetto e sessualità” all’interno del volume Storia delle donne in Occidente, dal rinascimento all’età moderna Ed. Laterza 1991:

“La sola forma di masturbazione consentita dai confessori cattolici e dai medici, era la manipolazione femminile – sia in preparazione del rapporto (per favorire la penetrazione), sia dopo che il marito avesse precedentemente eiaculato e si fosse ritirato – al fine di raggiungere l’orgasmo, aprendo così la ‘bocca dell’utero’ e liberando il ‘seme femminile che, secondo le autorità mediche del XVII secolo, era altrettanto utile alla procreazione di quello liberato dal maschio. Benchè il ‘diritto all’orgasmo’ femminile continuasse ad essere discusso con scrupolo nei manuali per la confessione del XVIII secolo, la maggioranza dei teologi accettava la teoria medica di Galeno circa la desiderabilità o meno dell’appagamento femminile: avrebbe Dio donato alle donne questa fonte di piacere senza uno scopo? Un punto debole in questo ragionamento era il fatto che le donne potevano concepire passivamente e senza piacere, nel qual caso il loro ‘seme’ sarebbe stato assente. Per nulla sconfitta, la scienza medica venne in aiuto alla dottrina e dichiarò che la funzione del seme femminile era quella coadiuvare il suo corrispondente mascolino: se emesso nello stesso momento di quello del maschio, avrebbe portato alla procreazione di una prole più bella.”

Storia della sessualità femminile

Gentili lettori, vi propongo ora, come seguito e confronto con i precedenti articoli sulle fantasie sessuali femminili frutto di una visione attuale della sessualità, la visione della sessualità (e in particolare di quella femminile), presente in Europa nei secoli 16°-17°-18°. E’ un estratto dal famoso testo “Storia delle donne in Occidente Dal rinascimento all’età moderna degli storici Georges Duby e Michelle Perrot Ed. Laterza 1991.

Leggi il Cap. La sessualità, pag. 72

Buona Lettura,

A. Mercuri

Donne Sopra

Vent’anni dopo My secret garden” (1973), Nancy Friday scrisse “Women on Top (1992), testo che nuovamente da voce alle donne sul tema fantasie sessuali.  Le donne sono ora più sicure di sè; rispetto alle timide, titubanti ammissioni dei primi anni settanta si esprimono adesso con disinvoltura, con meno sensi di colpa ed è interessante notare come siano orientate verso fantasie  più ‘virilizzate’ da vent’anni di emancipazione iniziata col femminismo in modo rivoluzionario e proseguita più pacatamente con l’acquisizione di alcuni pari diritti con gli uomini: soldi propri, lavoro, potere: e, di conseguenza, con l’acquisizione di fantasie più aggressive e di dominio, anche sul maschio.

Bella è anche l’introduzione dell’autrice “Report From The Erotic Interior”, che esprime un pensiero tipico degli anni settanta: non più condivisibile oggi in toto, ma comunque denso di spunti ancora attuali e interessanti. Buona lettura!

Testo del libro originale: Women on top

A. Mercuri

Immaginario sessuale femminile

Nancy Friday è stata una donna intelligente e colta che per prima, in piena rivoluzione sessantottina, ha dato voce alle donne sull’argomento sesso, permettendo loro di cominciare timidamente ad avanzare l’ammissione della ricerca del piacere nel sesso, cosa prima ritenuta inconfessabile. E lo fece attraverso il suo primo libro, “Il mio giardino segreto” del 1973, in cui riportava le confessioni di centinaia di donne americane sull’argomento ‘fantasie sessuali’, confessioni che la Friday proponeva loro di esternare per iscritto in forma anonima; ha avuto un successo enorme in tutto il mondo considerando che fu il primo libro divulgativo a parlare di sesso in modo obiettivo ed esplicito ma, soprattutto, era un documentario, non dava voce ad un ‘esperto in materia’ ma ai protagonisti stessi- in questo caso le donne – risultando quindi inconfutabilmente, scandalosamente realista e veritiero.
Ed effettivamente, ancor oggi che esiste una pornografia facile e gratuita, rimane un libro sorprendente ed estremamente intrigante.
Testo in PDF del libro originale in inglese: My Secret Garden  di Nancy Friday

Angelo Mercuri

Psicologia della prostituta

Le cronache giornalistiche enfatizzano molto i pochi casi di cronaca nera in cui emerge che la prostituta è schiava di un protettore, dando l’impressione che tutte le prostitute abbiano alle spalle un aguzzino, ma la realtà è diversa: il fenomeno delle “schiave del sesso” è molto limitato, confinato alla prostituzione nei luoghi pubblici ove è necessario farsi largo ed essere difese: è soltanto uno dei tanti affari illeciti della criminalità organizzata.
La donna che oggi in Italia si prostituisce in luoghi privati (appartamento, stanza d’hotel, casa del cliente, feste) nella maggioranza dei casi lo fa liberamente, cioè non ha nessun “padrone” alle spalle che la costringe; ma che cosa può spingere una ragazza a fare la prostituta? Solo il miraggio dei soldi facili? Continua a leggere

Le fantasie sessuali femminili e maschili

Da dove originano le fantasie sessuali maschili e femminili? Quali quelle più comuni nel maschio e nella femmina? Perchè esistono e costituiscono la parte più importante della nostra vita sessuale?

Così Willy Pasini, Claude Crèpault e Umberto Galimberti  nel loro bel libro “L’ immaginario sessuale” Ed. R. Cortina, [1988](1):

“l’immaginario erotico può essere definito come la facoltà che l’essere umano ha di auto erotizzarsi mentalmente attraverso la creazione di fantasmi [fantasie, nota mia]. Sul piano strutturale, può essere considerato l’equivalente di una zona erogena intrapsichica. Quanto al fantasma erotico, è una rappresentazione mentale conscia che si traduce abitualmente in una forma più o meno bizzarra, dotata di una valore erotizzante capace di provocare un’eccitazione genitale. Il fantasma erotico implica sempre l’esistenza di un desiderio conscio o inconscio; attraverso il fantasma il desiderio si precisa e si concentra. […] Continua a leggere

Sessualità e antidepressivi

Aggiornato all’ 11 ottobre 2022

Ho studiato recentemente un antidepressivo prodotto a partire dal 1960 in Francia e non commercializzato in Italia nè in America ma comunque di facile reperibilità: si chiama Tianeptina. Recentemente è stato scoperto il suo meccanismo d’azione che risulta assolutamente unico e le conferisce un’efficacia e una tollerabilità eccezionali. Il mio sospetto è che l’efficacia di tale molecola potrebbe mettere in ombra gli altri antidepressivi provocando danni economici alle case farmaceutiche e questo sia il motivo per cui il suo utilizzo viene frenato. Tra le tante caratteristiche positive di tale molecola ne spiccano soprattutto due: dà sollievo ai pazienti depressi nel giro di 1 settimana e non provoca disturbi sessuali. Vi rimando al mio recente articolo su di essa per approfondimenti: “Tianeptina, un super-antidepressivo misterioso”

L’utilizzo di farmaci antidepressivi è generalmente associato a disfunzioni sessuali che possono riguardare le tre fasi dell’atto sessuale: desiderio, eccitazione ed orgasmo, sia nell’uomo che nella donna; questo per ragioni biochimiche in quanto i suddetti farmaci alterano il delicato equilibrio di neurotrasmettitori necessario all’espletamento corretto della funzione sessuale.

Tutti i moderni SSRI (effetto serotoninergico selettivo: citalopram, escitalopram, fluvoxamina, sertralina, paroxetina, Fluoxetina) provocano alte percentuali di disfunzione sessuale e così anche, sebbene in minor misura, i vecchi triciclici Clomipramina (Anafranil) e Amitriptilina (Laroxil); questi ultimi tuttavia, avendo un’azione non selettiva sui neurotrasmettitori e rispettandone quindi i fisiologici equilibri reciproci alterano meno la sessualità.

I cosiddetti SNRI poi (effetto serotoninergico e noradrenergico: venlafaxina, duloxetina), sono in realtà solo serotoninergici al dosaggio abituale e infatti alterano la sessualità più o meno come gli SSRI. (Venlafaxina la intacca dippiù in quanto serotoninergico pressochè puro mentre duloxetina ne è un pò più rispettosa in quanto ha anche un modesto effetto noradrenergico oltre che serotoninergico) La mirtazapina, un antidepressivo sedativo di uso molto comune e con un meccanismo d’azione peculiare, è assai poco associato a disfunzione sessuale; d’altra parte però è un debolissimo serotoninergico e ha un’azione antidepressiva quasi nulla se usato da solo.

Vi è poi un farmaco antidepressivo, il buproprione, una molecola dotata di effetto noradrenergico e dopaminergico (modestissimo quest’ultimo, a dosaggi abituali) e senza effetti serotoninergici, che non è associato a disfunzione sessuale ma è anzi in grado di contrastare i disturbi sessuali indotti dagli altri antidepressivi su citati qualora venga ad essi associato; tuttavia non è assolutamente efficace come antidepressivo se usato da solo e, anzi, dà fastidiosi effetti collaterali come inappetenza, insonnia e aumento della pressione arteriosa; se usato per contrastare i disturbi sessuali indotti dagli altri antidepressivi inoltre, è necessario raggiungere il dosaggio massimo cioè 300mg per ottenere un qualche beneficio, cosa che potrebbe poi provocare non pochi problemi d’altro tipo.

Trazodone (Trittico) invece diventa un antidepressivo serotoninergico (per la verità piuttosto blando) solo raggiungendo il dosaggio di almeno 150 mg; da tale dosaggio in su, esso migliora addirittura l’erezione nel maschio (1) anche se, come tutti i serotoninergici, non agisce positivamente sulla libido e può provocare ritardata ejaculazione; agendo però contemporaneamente su alcuni recettori che invece stimolano la libido sia nell’uomo che nella donna, Trittico si configura come un antidepressivo che disturba complessivamente poco l’attività sessuale a dosaggio alto mentre a basso dosaggio (fino a 75 mg) ove manca ancora la capacità di innalzare il livello di serotonina, esso può essere usato addirittura per aumentare la libido in entrambe i sessi (2) (4) contrastando anche i problemi sessuali provocati dai comuni antidepressivi (3). Per questo, quando io sono costretto a dare una terapia antidepressiva, tendo sempre a prescrivere per la sera Trittico a basso dosaggio che oltre alla funzione sessuale migliora anche il sonno e lenisce blandamente l’ansia.

Ancora, per correggere nel maschio eventuali disturbi dell’erezione provocati dagli antidepressivi, si usa talvolta associarvici i ben noti Viagra, Cialis o Levitra.

Si nota come la causa principale di disfunzione sessuale in corso di terapia antidepressiva sia l’aumento di serotonina il quale provoca una tranquilla euforia ma inibisce la sessualità; l’aumento di dopamina all’opposto, è associato ad un incremento di desiderio ed eccitamento sessuali (la cocaina, si noti ad esempio, provoca un potente e immediato aumento di dopamina) ma purtroppo i farmaci che innalzano la dopamina sono pochi e pericolosi perchè possono diventare droghe. Riassumendo, si può dire che tra tutti gli antidepressivi efficaci (escludiamo quindi mirtazapina e bupropione in monoterapia) l’unico che disturba poco o nulla la sessualità è il Trittico. I vecchi triciclici invece i disturbi sessuali purtroppo li provocano anche se in minor misura rispetto ai più nuovi selettivi per la serotonina; è’ vero anche però che per la depressione grave essi rimangono insuperati.

Concludo osservando che la depressione stessa è comunque causa  di  inibizione del desiderio sessuale quindi talvolta, chi utilizza una terapia antidepressiva efficace per curala ne trae un beneficio anziché una diminutio, anche in ambito sessuale, beneficio dovuto alla risalita dell’umore.

BIBLIOGRAFIA

Per un approfondimento dell’argomento trattato, vedi:

Antidepressivi e disfunzione sessuale: epidemiologia, meccanismi e strategie di trattamento      A. Chiesa, A. Serretti Giorn Ital Psicopat 2010;16:104-113

Per l’azione terapeutica del Trittico sulla sessualità, vedi:

(1) Trazodone for erectile dysfunction: a systematic review and meta‐analysis
      H.A. Fink R. MacDonald I.R. Rutks T.J. Wilt Andrology 2003

Buona lettura,

Angelo Mercuri

Anoressia sessuale

Dal libro dello psichiatra Luigi Gallimberti “Morire di piacere” (dalla cura alla prevenzione delle tossicodipendenze) Ed. BUR-Rizzoli 2012: “….I neuroscienziati, gli psichiatri e gli psicologi esperti di dipendenze da sostanze ci hanno fin qui aiutato a illustrare alcuni punti di vista della scienza ufficiale sulla natura del piacere Continua a leggere